Bersani alla Camera con i punti più critici della manovra. Latorre al Senato ribadisce il perché "Si" del PD.
Maggior gradualità nella riforma pensionistica, ammortizzatori sociali, ancor più tracciabilità, deroghe al patto di stabilità. Queste le parole chiave di Bersani al suo intervento alla Camera. Mentre Latorre al Senato sottolinea perché il PD la appoggia.
BERSANI
Questo Governo ha il compito, con l'aiuto di tutti, di evitare la catastrofe, di togliere l'Italia dal fronte più esposto della crisi, di far sentire la voce italiana a correzione di politiche europee palesemente inadeguate. Noi non abbiamo mai taciuto negli ultimi due anni le nostre preoccupazioni, la nostra analisi della crisi, i rischi che incombevano sul Paese e i problemi, quando non si affrontano e quando li si nega, si aggravano e le medicine, a quel punto, diventano più pesanti. Questo lo sappiamo e questo lo vediamo [...] Sia chiaro, ad esempio, che mentre rivendichiamo i cambiamenti che ci sono stati a proposito del sistema pensionistico, della rivalutazione, alcune attenuazioni delle punte più acute, lavoratori in mobilità e così via, però voglio dirlo davanti al Paese: non ci sfugge il peso del mutamento nei progetti di vita di tante persone. Lamentiamo ancora, lasciatecelo dire, che riforme di questo genere, che hanno un loro concetto - certo utile - meriterebbero però una qualche gradualità in più, una qualche ponderazione in più. Ci sono un paio di punti in particolare e mi fa piacere che siano stati raccolti da tutti negli ordini del giorno, anche con il consenso del Governo, che sono problemi prima ancora che di ordine finanziario, di ordine morale, il Paese deve qualcosa a gente che è andata a lavorare in fabbrica a 15 anni e non possiamo penalizzarli! Così come dobbiamo sapere che c'è gente, come abbiamo scritto, che è senza pensione, senza lavoro e senza ammortizzatori. Allora, io chiedo al Governo e credo di poterlo dire a nome, se posso, di tutti: su queste cose interveniamo subito, subito interveniamo, non lasciamo marcire queste cose. Inoltre, credo che abbiamo compreso tutti quanti che con una riforma delle pensioni di questo genere si apre una porta abbastanza anche nuova, e drammatica per certi versi, sul tema del mercato del lavoro e noi adesso dovremmo dire a un giovane che ha avuto la totalizzazione, è un grande passo avanti, ma dovremmo dire a un giovane adesso come aiutiamo con il lavoro ad accumulare contribuzione. E a quelli di 55 anni che possono perdere il lavoro che altre risposte diamo? Io credo che ci sia consapevolezza che adesso parlare di mercato del lavoro significa affrontare questi temi, che sono prima di tutto i temi di un grande progetto sulle tutele e sugli ammortizzatori perché viviamo in un'epoca in cui il problema non è buttare fuori dal lavoro, considerato che se ne stanno andando tanti, il problema è andare dentro il lavoro e non essere strappati dal lavoro [...] continuiamo a pensare, signor Presidente del Consiglio, che uno sforzo in più sulla tracciabilità andasse fatto e andrà fatto. Continuiamo a considerare che un'operazione vera e propria sul tema dei patrimoni, a cominciare da quelli immobiliari, ci avrebbe consentito - sarebbe stata fattibile - da subito anche di avere qualche esenzione ulteriore in più sull'IMU, pure apprezzando quello che è avvenuto in termini di esenzione anche nella sua curvatura per la prima volta familiare
[...] ma è possibile che quando si parla di liberalizzazioni si parli sempre di mercato del lavoro o si parli di artigiani o di piccolo commercio, che c'è andato dentro anche questa volta, e tutti gli altri al riparo?
[...] Allora, farmaci, professioni, petrolio, assicurazioni, banche, trasporti, perbacco, ci sono tante cose da fare
[...] Bisogna derogare un po' al Patto di stabilità e vedere con i comuni se i fondi sociali oggi sono agibili per i disagi sociali che stanno crescendo. Infine, vado a concludere, signor Presidente, segnalando due punti per noi crucialissimi. In primo luogo, non possiamo più slegare la questione nazionale dalla dimensione europea. Se le teniamo separate non andiamo più da nessuna parte e tutto quel che facciamo qui può essere vanificato. Spendiamo la nostra credibilità e il nostro sforzo per convincere gli altri a mettere in comune non solo le politiche di disciplina, ma le politiche di difesa dell'euro e di crescita comune dell'Europa, e facendolo con tutti o facendolo con chi ci sta. Anche noi stiamo lavorando in queste ore ad una piattaforma dei progressisti. Chiediamo che il Governo assuma come problema nazionale questo.Parliamoci chiaro: la manovra che facciamo oggi non sconta la recessione e quindi rischierà di aggravarla. Diciamolo chiaro: bisogna uscire da questo dilemma. Non possiamo, né in Europa né qui, rincorrere manovra su manovra una recessione con manovre che provocano un'ulteriore recessione. C'è un circolo vizioso che va interrotto, quindi chiedo, Presidente, che noi reagiamo così. Io la direi così e la invito a dirla così, molto semplicemente: noi non manderemo a fondo l'Europa, ma l'Europa di Merkel e Sarkozy non mandino a fondo tutti quanti, compresi noi. Volevo fare un cenno all'ultimo punto, per trenta secondi. C'è un ruolo per il Parlamento.In questa fase c'è un ruolo che il Parlamento deve prendersi la responsabilità di giocare. Bisogna affiancare questa fase con delle riforme che tocchino la politica, le istituzioni e la legge elettorale. Se no sarà difficile dire che i sacrifici producano cambiamento. Su questo insisteremo come Partito Democratico.
LATORRE
Signor Presidente, signor Primo Ministro, signori del Governo, colleghi, approveremo anche qui al Senato come alla Camera una manovra che per i sacrifici chiesti a tutti gli italiani è durissima ma che serve al Paese perché commisurata alla drammaticità del momento. È una manovra non più rinviabile poiché ogni ora trascorsa, senza agire, avrebbe reso sempre più amara la cura necessaria giacché ormai eravamo prossimi al precipizio. Occorreva dunque agire subito e con coraggio. È questa la ragione per cui il nostro partito, il Partito democratico, ha rinunciato ad una competizione elettorale che ci avrebbe visto quasi certamente vincenti, ma che avrebbe potuto consegnarci dopo un Paese in frantumi [...] noi abbiamo insistito tanto sul tema dell'equità. E' un bisogno di giustizia sociale ma è anche un'esigenza economica. Ed allora il recupero della indicizzazione delle pensioni minime sino a 1.400 euro, l'aumento della detrazione Imu, in base al carico familiare sono state correzioni importanti che aggiunte ai nuovi strumenti di lotta all'evasione fiscale ed alle tasse sui beni di lusso, ai buoni sulle operazioni finanziarie contenute nella manovra introducono certamente elementi di equità e di novità, molto positivi. Ma non basta! Ora dobbiamo agire per sanare altre ingiustizie, che ancora persistono come quelle che riguardano i cosiddetti lavoratori precoci oltre ai tanti non coperti dagli ammortizzatori sociali, la cui riforma non è più rinviabile.
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