Seduta consigliare di maggio ricca di spunti, a cominciare dai Servizi Sociali. L'Assessore ha speso solo 58% di quanto stanziato; eppure la situazione è critica per diverse famiglie. Abbiamo chiesto come mai si registri questo "risparmio" nonostante l'Assessore, in diverse occasioni pubbliche, abbia affermato che sono in continuo aumento le persone che richiedono interventi sociali.
Sotto potrete leggere un adattamento della discussione avvenuta nel Consiglio Comunale del 23 maggio. Se da una parte il settore pare abbia erogato contributi senza mancanze, dall'altra i bisogni rappresentati delle associazioni di volontariato sono in aumento e con diverse famiglie escluse da eventuali aiuti sociali. Di questa potenziale inefficienza, primo imputato sarebbe il regolamento comunale sui contributi; troppo restrittivo.
L'Assessore dice che non è stato negato alcun contributo. Il Sindaco ammette che sono state applicate diverse deroghe al regolamento, che spetta alla Giunta approvare caso per caso. Ma quando le deroghe sono troppe si rischia di scambiare un diritto (l'aiuto sociale) con una concessione o privilegio erogato con soldi pubblici.
L'assessore di turno non eroga i contributi ma gestisce i soldi nostri, che nel corso degli anni abbiamo dato all'Ente locale. Molti di noi, a causa di una crisi che non abbiamo creato ma che subiamo, fanno fatica a mantenere un tenore di vita adeguato. Abbiamo, quindi bisogno che i nostri soldi siano in parte restituiti in forma di contributo.
Secondo noi è molto grave che poco più della metà dei soldi stanziati all'inizio dell'anno sia stato speso.
Su come l'Assessore abbia saputo rispondere alle nostre sollecitazioni lo lasciamo commentare a voi. Piuttosto, riteniamo che la questione sociale - insieme a quella sanitaria - imponga il superamento delle responsabilità e di tracciare solerti soluzioni.
Poiché la funzione dei Servizi Sociali quest'anno passerà integralmente all'Unione dei Comuni, abbiamo già iniziato a lavorarci. L'argomento è complesso e le norme in cambiamento. Comunque intendiamo migliorare il regolamento, in modo più incisivo e inclusivo rispetto i "minimi" di legge e proporremo una miglior formazione, informazione e interazione con quanti operano ai vari livelli di sussidiarietà.
Ma ora vi lasciamo commentare lo scambio in Consiglio del 23 maggio sul Sociale (adattamento).
TOSI: «Relativamente ai servizi sociali, vorrei chiarimenti circa la differenza tra lo stanziamento di bilancio di 112.500 euro e l’impegnato di 65 mila; considerato che, in varie riunioni, l’Assessore competente ha affermato che ci sono numerose persone in difficoltà. Vi è stata minor spesa per assistenza scolastica, contributi ad personam, agevolazioni tariffarie contributi diritto allo studio, iniziative per gli anziani. Chiedo se queste differenze siano dovute a tagli per ridurre le spese - ovviamente auspico che non sia questo il motivo -oppure se i regolamenti comunali siano troppo restrittivi rispetto le nuove forme di povertà; in questo caso, sarebbe opportuno rivedere i parametri.»
PIUBELLO: «Confermo che ci sono situazioni di difficoltà e che il regolamento molto spesso viene adattato ai vari casi. Per quanto riguarda alcuni contributi, ad esempio il diritto allo studio, è legato alla frequenza del doposcuola. In merito ai grest estivi per i disabili, la spesa è a carico del Comune e si stanno valutando le modalità per garantire il servizio anche per quest’anno.»
TOSI: «È il regolamento che limita l’erogazione di contributi? In alcune riunioni, è emerso che i gruppi caritatevoli parrocchiali spesso anticipano i soldi.»
PIUBELLO: «Vi sono interventi fatti direttamente dalle Parrocchie mentre diverso è il rapporto con Caritas la quale, spesso, anticipa il pagamento di bollette, per evitare la sospensione del servizio, e successivamente il Comune rimborsa. Il Centro Aiuto Vita, infine, sta assistendo 130 famiglie del nostro Comune.
TOSI: «Ribadisco che: o la previsione di bilancio è stata sovrastimata, oppure il regolamento non è adeguato alle nuove forme di povertà, oppure i cittadini non sono informati di queste opportunità ma non ritengo sia questo il caso.»
PIUBELLO: «Non è stato negato il contributo a nessuno.»
SINDACO: «Sottolineo che c’è stata una modifica regolamentare in senso restrittivo e questo potrebbe aver inciso però, confermando quanto dichiarato dall'Assessore Piubello, non è stata respinta nessuna domanda. Ritengo che i problemi ci siano, forse i canali in cui vengono messe a disposizione le risorse non sono esaustivi per le nuove problematiche; soprattutto per quanto riguarda la perdita del lavoro.
Il Comune di Colognola non elargisce meno contributi rispetto ai Comuni limitrofi. Questa amministrazione, quando le risorse lo permettevano, ha dimostrato una sensibilità - vedi contributi per famiglie numerose - che molte altre amministrazioni non hanno avuto. Sono stati erogati diversi contributi in deroga, vale a dire, al di fuori dei parametri previsti nel Regolamento.»
SEGRETARIO: «Per il sociale, la norma fa riferimento ai minori, agli anziani ed ai portatori di handicap, pertanto, per tutti i provvedimenti in deroga, la responsabilità viene assunta dalla Giunta Comunale e dai funzionari responsabili del settore competente e del settore contabile.»
TOSI: «Ho sollevato il problema in quanto attraverso gli organi di stampa si è fatto appello per la destinazione del 5‰ al Comune per il sociale quando, in realtà, i soldi sono sufficienti per rispondere alle esigenze della popolazione con riferimento ai regolamenti in vigore. Non ritengo opportuno chiedere la destinazione del 5‰ ai cittadini che potrebbero destinarli per altre iniziative ed associazioni che magari necessitano di fondi.»
PIUBELLO: «Vi sono dei casi sociali molto particolari, ad esempio si sta studiando un progetto per il rimpatrio di una famiglia. Essendo molto oneroso, con i proventi del 5‰ alla famiglia sarà assegnata una casa, trovato un lavoro ed un assegno di mantenimento di due o tre anni.»
SINDACO: «L’immigrazione ha delle problematiche complesse a cominciare dall'inserimento nel mondo del lavoro e con questo progetto di rimpatrio, che può essere equiparato ad una adozione a distanza, si vuol risolvere un problema che difficilmente potrebbe essere con le contribuzioni. Si ritiene questo nuovo modo di intervento corretto, oltre che rispettoso della dignità della persona. Il 13% della popolazione del nostro Comune è straniera, vale a dire circa 1.100 persone, e di questi un discreto numero non è autosufficiente economicamente.
[link alla seduta consigliare integrale]
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