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(di A. Corradi)
"La libertà consiste nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui", si proclamava nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino nel 1789. Rispetto a questo, oggi, siamo tutti Charlie?
Condivido la condanna unanime (o quasi) sulla strage di Parigi, più che mai convinto che per nessun motivo si può togliere la vita a una persona, tanto più se indifesa. È una vigliaccheria che non trova giustificazioni. Detto questo con forza, voglio anche esprimere qualche pensiero che mi frulla per la testa da un po' di tempo e che proprio in questi giorni si è fatto più insistente.
1) Ho un sogno, un grande sogno che non vuole rimanere utopia (ma anche se lo fosse non lo rimuoverei dalla coscienza) ed è questo: sogno un mondo dove finalmente e veramente si realizzi la pacifica convivenza tra uomini, animali e ogni altra forma di vita. Specialmente tra gli uomini i quali, pur essendo intelligenti, fanno più fatica ad andare d'accordo. Mi sforzo di credere che questo si avvererà nella misura in cui anch'io oriento le mie scelte di vita per portare il mio mattoncino per la costruzione di questa vera e sublime cattedrale. E per questo ripudio l'arroganza, la spudoratezza, la provocazione, l'insulto, la superbia, il bullismo ecc. ecc.
Difendo certamente la mia libertà (per quanto possibile) da qualsiasi idolo e ideologia ma non la uso come arma nei confronti di chi mi è ostile e non condivide il mio concetto di libertà.
2) Non ho mai letto la rivista Charlie Hebdo - e quindi non so cosa effettivamente abbia pubblicato per irritare così fortemente la sensibilità di molti musulmani - ma sembra che la satira sia sfociata in immagini e messaggi osceni, irriverenti e apertamente provocatori nei confronti del loro sommo profeta Maometto e della religione islamica, ignorando spudoratamente i richiami e l'irritazione che ciò provocava. E ciò cozza violentemente contro il mio sogno-utopia di cui sopra. Sembra un po' l'atteggiamento del bullo che crede di poter offendere il diverso semplicemente perché la libertà glielo permette.
3) Sembra in questi giorni che il diritto alla libertà di satira sia diventato il principale dogma da difendere della nostra cultura occidentale, anche quando la satira diventa un'arma potente per aggredire non una persona ma una religione al fine di suscitare odio: anche questa è violenza che uccide non i corpi ma i sentimenti delle persone. "Chi semina vento... Raccoglie tempesta". Nel mio sogno il diritto di satira viene molto dopo il diritto al rispetto: il diritto di suscitare odio viene borderline e questo non è un discorso religioso. È un sogno molto laico, di quel laicismo del quale la Francia giustamente si vanta da quando ha diffuso in tutto il mondo le tre parole magiche della rivoluzione francese: liberté, egalité, fraternité.
- Libertà, certo, sempre di libertà si parla a proposito e anche a sproposito come la storia insegna: da pretendere quando fa comodo e da condizionare quando disturba.
- Uguaglianza, giustizia: eh sì... Qui il discorso si fa impegnativo, meglio scansare...
- Fraternità. Ecco la parola che disturba di più: creare fraternità... No, non è roba da frati; perché fraternità vuol dire innanzitutto rispetto, tenerezza, umanità, condivisione. La fraternità è la più impegnativa delle tre parole magiche perché può arrivare a chiedermi perfino di rinunciare a un po' della mia libertà.
C'è stata oggi la grande manifestazione di Parigi in difesa della libertà. Che bello vedere tanta gente (e perfino i capi!) marciare per un ideale così nobile. Magari ce ne fossero tutte le settimane a denunciare massacri e violazioni dei diritti umani! Mi piacerebbe tanto che accanto alle bandiere della Libertà oggi ce ne fossero altrettante e anche più grandi che inneggiano alla Fraternità o almeno alla Uguaglianza. Un ritorno al sogno di due secoli fa. Ma temo che resterò deluso e il sogno di allora - come il mio di ora - resterà avvolto nelle ombre della notte attraversate da qualche bagliore.
Buona domenica di pace!
Aldo
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